Misurare la neve sembra un’operazione banale, in realtà molto spesso persone diverse utilizzano sistemi diversi, così possono sorgere dubbi che portano a registrare dati poco confrontabili tra località diverse o tra una stagione invernale ed un’altra; ecco una sintesi delle norme in uso negli Stati Uniti su indicazioni OMM con adattamenti alle nostre unità di misura.
I parametri che più interessano sono sicuramente gli accumuli di neve fresca e il corrispondente in pioggia, lo spessore del manto nevoso al suolo e la sua durata, il numero di giorni con caduta di neve.
L’accumulo di neve fresca è sicuramente il parametro che più stimola gli appassionati, ma è anche il più complesso riguardo alla misurazione; la neve fresca infatti inizia subito ad assestarsi perdendo mediamente l’1% all’ora anche se la temperatura è negativa, finché non raggiunge una maggiore densità; se la temperatura è positiva, ovviamente, il calo è più rapido a causa della fusione. Da qui l’importanza di misurare nel più breve tempo possibile dalla fine l’evento. Se la misurazione viene effettuata una sola volta al giorno a orario prestabilito si incorre in una sottostima che oscilla tra il 3% per una nevicata di 10 cm e i 5% per un evento di 30 cm; al contrario misurazioni effettuate 3 volte al giorno durante la fase di accumulo della nevicata, originano una sovrastima di circa il 2% (da Di Napoli e Mercalli “Il clima di Torino“). Misure ancora più frequenti danno sovrastime proporzionalmente più elevate e sono pertanto sconsigliate salvo casi particolari che vedremo.
L’ideale sarebbe disporre di varie tavolette di legno da posizionare in luoghi aperti, ma facilmente accessibili, lontano da edifici, alberi, e ostacoli di vario tipo, per poter fare una media delle varie misurazioni, in mancanza di tavolette, è possibile effettuare le misurazioni direttamente sul terreno, purché il cotico erboso sia ben rasato e comunque tenendo conto di possibili bolle d’aria tra la neve e il terreno; evitare l’asfalto e le pavimentazioni, dove la neve si accumula con maggiore difficoltà; misurare sulle automobili è molto comodo, ma potrebbe dare sovrastime o sottostime a seconda della temperatura della lamiera; evitare superfici sopraelevate troppo piccole, luoghi dove il vento crea accumuli o asporto; in ogni caso è opportuno effettuare varie misurazioni calcolando un valore medio; la tavoletta consente misurazioni più precise soprattutto nel caso di neve che si accumula su un manto preesistente, perché verrà ripulita o riposizionata sulla superficie della neve vecchia ed eviterà di misurare erroneamente anche la neve precedentemente caduta.
Per definizione (da “L’Atmosfera ed il Clima “,Mario Pinna, edizioni UTET )
“l’altezza della neve fresca, si definisce come lo spessore della copertura nevosa creata su una superficie orizzontale da ciascuna nevicata, quando la neve non è sottoposta a nessun’altra influenza che non sia la compressione dovuta al proprio peso; si misura in cm con un’asta graduata che si immerge nella neve e si sommano poi i valori di tutte le nevicate per avere l’altezza totale mensile o annua”.
Pertanto, la misurazione deve indicare il massimo accumulo di neve fresca nelle 24 ore, quindi occorre misurare a fine evento, nel momento di massimo accumulo o alle ore 24 se la nevicata è ancora in corso per avere il dato giornaliero; se nevica a più riprese nella stessa giornata, vanno fatte più misurazioni sommando il valore massimo di ogni singolo evento, anche in caso di fusione totale o parziale dello strato precedente. Anche in caso di cambio di stato della precipitazione (neve, pioggia e poi ancora neve) è opportuno eseguire misurazioni su ogni singolo evento nevoso e sommarle.
In ogni caso è opportuno non ripulire la tavoletta più di 4 volte nelle 24 ore. Misurazioni orarie sono consigliate solo in caso di nevicata che tende a fondere al suolo mentre l’evento è ancora in atto a causa di temperature positive; vediamo alcuni esempi pratici:
1) nevicata con accumulo continuo e regolare tra le 7.00 e le 18.00; unica misurazione alle 18.00
2) Nevicata con accumulo continuo e regolare tra le 7.00 e le 5.00 del giorno successivo; misurazione alle 0.00 e alle 5.00 del giorno dopo
3) nevica, piove, rinevica, smette e poi si verifica un rovescio nevoso; si misurano gli accumuli dei tre eventi nevosi e si sommano
4) nevica in modo continuo ma con fasi in cui prevale l’accumulo e fasi in cui prevale la fusione; è opportuno ripulire la tavoletta e misurare al termine di ogni fase in cui prevale l’accumulo e poi sommare i vari valori.
In caso di impossibilità ad effettuare misurazioni dirette, è lecito ricorrere ad una stima annotando che si tratta di ” stima” e non di “misurazione”.
Vanno registrati anche i casi in cui la neve si scioglie al contatto con il suolo, registrando “0 cm”, se c’è accumulo ma è inferiore a 0.2 cm si indica T (tracce). Vanno misurati tutti i tipi di precipitazione solida, compresa la grandine (in questo caso occorre però indicare che si tratta di grandine) non va invece misurato il ghiaccio formatosi in seguito a pioggia soprafusa perché si tratta di precipitazione liquida.
Non tutte le precipitazioni nevose presentano le stesse caratteristiche di densità, e le stesse capacità di accumulo: la neve che cade a basse temperature è ad esempio più soffice e leggera e si accumula più facilmente, mentre quella che cade al di sopra dello zero, è bagnata e fatica ad accumularsi; diventa così importante poter misurare anche l’equivalente in pioggia della nevicata; occorre fondere il contenuto del pluviometro portando il contenitore all’interno ed utilizzando eventualmente un quantitativo predeterminato di acqua calda che poi, ovviamente, verrà sottratto dal totale. Non esiste un equivalente preciso tra cm di neve e mm di pioggia, la corrispondenza 1 cm di neve = 1 mm di pioggia è solo un valore indicativo medio, in realtà 1 cm di neve asciutta a temperatura negativa può rendere anche la metà in mm di pioggia, mentre la neve bagnata con temperatura dell’aria più elevata, può rendere molto di più; ne consegue che la sola indicazione dell’equivalente in acqua della nevicata non è sufficiente per una registrazione completa perché lo stesso quantitativo acqua potrebbe corrispondere ad una nevicata bagnata che non ha prodotto accumuli o ad uno spessore consistente di neve asciutta.
In caso di vento, con neve particolarmente asciutta, facilmente le misure saranno sottostimate, allora è preferibile prelevare altrove un campione di neve fresca di area corrispondente a quella della bocca del pluviometro e farla fondere.
Per il conteggio dei giorni di neve devono essere presi in considerazione solo quelli con accumuli al suolo superiori ad 1cm nelle 24 ore, naturalmente tale conteggio è utile per confronti immediati, ma da solo non fornisce indicazione sulla quantità di neve caduta.
Lo spessore totale della neve al suolo si misura mediante un metro rigido, facendo attenzione a non premere troppo lo strumento che potrebbe affondare nella terra sottostante, oppure utilizzando aste graduate fissate in posizioni prestabilite; in ogni caso è consigliabile fare la media di varie misurazioni evitando superfici influenzate da ostacoli o attività antropiche, sono da evitare tetti, ed aree pavimentate. Per le registrazioni si arrotonda al valore intero più vicino, al di sotto di 1cm si registra “tracce”.
Se il terreno nella zona destinata alle rilevazioni, è innevato solo parzialmente, e si desidera fare una registrazione sintetica dei dati, si effettua a occhio una stima della percentuale di copertura e si registra un valore di spessore medio che tenga conto delle superfici non innevate: ad esempio uno spessore massimo di 6 cm con una copertura del 50%, va registrato come 3 cm.
Se la copertura è però inferiore al 50% si registra semplicemente “tracce” senza specificare lo spessore medio dello strato nevoso; se sono presenti limitate tracce di neve solo nelle zone più riparate, si registra invece “0”.
Ringraziamo Marco Pifferetti per l’articolo tratto dal suo sito web.