Il mese di gennaio è iniziato con l’affondo di una saccatura atlantica fin sul Nord Africa e l’Italia è stata quindi interessata da intense correnti sciroccali che hanno causato un notevole aumento termico e di conseguenza la salita dello zero termico oltre i 2000/2100m di quota.
In quella fase l’area delle Dolomiti non ha visto precipitazioni, esclusa qualche debole pioviggine, fino al momento del transito del fronte attivo della perturbazione che è avvenuto nella notte tra lunedì 8 gennaio e la mattina di martedì 9 gennaio; altri fenomeni sparsi si sono poi verificati nel pomeriggio del 9 gennaio.
I giorni precedenti al peggioramento sono stati caratterizzati da giornate con cieli perlopiù nuvolosi e temperature abbastanza miti.
Al transito del fronte si sono scatenati dei veri e propri temporali con fulmini e tuoni accompagnati da raffiche di vento, fenomeni tipici dell’estate e non proprio comuni nel mese di gennaio, soprattutto in montagna. Nonostante temperature comprese tra 1/2 gradi in fondovalle, ha piovuto. La neve è rimasta relegata oltre i 1700m di quota; al di sotto il manto nevoso è stato notevolmente ridotto proprio a causa della pioggia. Solo temporaneamente la quota neve intorno alle 7 di mattina è calata fino a circa 1400m ma in mattinata è risalita nuovamente oltre i 1500/1600m.
Solo nel pomeriggio con la cessazione dello scirocco e l’entrata di aria più fresca la quota neve è scesa fino a circa 1200m con accumuli che in fondovalle sono stati intorno ai 5cm. In quota al termine dell’evento oltre o 1700/1800m è caduto circa mezzo metro di neve fresca.
Al seguito della fase perturbata c’è stato un periodo tranquillo con giornate caratterizzate da cielo sereno o al più nuvoloso con temperature in media e gelate notturne con pochissimi gradi durante le ore diurne (ecco qui la tabella dell’andamento delle temperature negli ultimi 30 giorni a Vigo di Fassa).
Dal 16 gennaio le correnti sono rotate dai quadranti nord occidentali e i fronti perturbati che sono giunti hanno impattato contro il muro delle Alpi; nei settori a nord delle Alpi e sui versanti di confine si sono verificate nevicate intense che hanno permesso di avere accumuli notevoli stabilendo anche nuovi record in alcune località. In Val di Fassa le precipitazioni nevose fino a quote molto basse sono giunte solo quando i fronti sono riusciti a sfondare sul versante sud alpino; prime debolissime nevicate tra il 16 e il 17 gennaio mentre le precipitazioni più intense si sono verificate nella notte tra il 20 e il 21 gennaio e hanno permesso l’accumulo di circa 5 cm in fondovalle e una decina in quota.
Il 23 gennaio invece è giunta aria più mite in quota che ha determinato temperature massime più elevate, fino +7°C a Vigo di Fassa. In mattinata c’è stata l’entrata di forti venti settentrionali in fondovalle con raffiche fino a 50 km/h.
Nella foto la Val di Fassa al primo gennaio 2018.