Entrati ormai nella Primavera meteorologica e lasciatoci alle spalle l’intenso episodio di gelo di fine febbraio, le condizioni meteo sono diventate decisamente più miti e in linea con le medie del periodo.
Proprio per caratteristica la Primavera è stagione di transizione che quindi porta molto spesso alti e bassi termici con frequenti precipitazioni specie sulle Alpi (cosa mancata nel 2017 con pesante anomalia che ha portato poi alla ben nota siccità protrattasi al nord ovest fino a fine ottobre).
Ecco che fedele alla stagione, da sabato e ancora più tra il pomeriggio e la sera di domenica, una profonda saccatura atlantica si affaccerà da ovest per poi interessare con il suo carico di precipitazioni il centro nord della penisola.
Analizzando nel dettaglio la zona della Val di Fassa e le Dolomiti, notiamo come gli spaghetti ensemble GFS evidenzino termicamente valori in media, salendo oltre le medie nel pre-peggioramento (richiamo caldo), per poi calare leggermente in chiusura e soprattutto con un significativo picco precipitativo.
Il limite neve/pioggia dovrebbe attestarsi intorno ai 1600/1800m, probabilmente inferiore sul Trentino occidentale e nelle vallate più chiuse dell’Agordino/bellunese per poi ricalare in serata fin sui 1200/1400m come da previsione arpav. In questo peggioramento il flusso di correnti sarà prevalentemente meridionale ma con una componente da sud ovest prevalente (libeccio). Accumuli quindi significativi ma non eccezionali (cosa che avviene principalmente con flussi tesi da sud: Ostro pieno o sciroccate). Secondo i LAM (modelli ad analisi locale) i picchi precipitativi interesserebbero le Dolomiti con una tendenza a crescere via via che si procede verso est.
A fine peggioramento i cumulati di neve fresca potrebbero toccare i 30cm a 2000m. anche 40/50 sui settori meridionali e le prealpi bellunesi
Sotto tali quote la lunga fase piovosa non permetterà accumuli significativi anche se in chiusura (come sottolinea il bollettino Arpav) si potrebbero vedere fiocchi fino a 1200m.