Il passaggio di testimone tra autunno e inverno meteorologico (rammentiamo che quello astronomico sarà in ingresso il 22 dicembre) avverrà con una nuova perturbazione (più veloce e debole delle precedenti), in transito sull’area dolomitica tra la serata di domenica 1 dicembre e la mattinata di lunedì 2.
La saccatura che giorni fa era vista entrare con componente meridiana, è stata ricalcolata nel suo moto e ingresso: lo farà in modo più sbilenco ad allungarsi verso il Mediterraneo occidentale e il nord Africa.Nella sua prima fase però (prima di staccarsi in goccia fredda) potrà portare delle nevicate fin sui 1000m nelle vallate per l’entrata di una parte di quell’aria polare marittima da cui prenderà origine. In realtà l’ultimo aggiornamento arpav fa un po’ risalire il limite delle nevicate.
Sono attesi fenomeni più estesi e significativi sulle prealpi (bollettino arpav) e meno sulle Dolomiti, scemando via via verso nord.
La nostra zona fassana potrebbe verosimilmente accumulare un decina di cm intorno ai 1400m e 20cm in quota.
Seguirà poi un veloce raffreddamento con probabili minime ben sotto lo zero nella giornata di martedì.
La successiva evoluzione sarà legata al movimento della goccia originata per distacco dalla saccatura d’origine, che potrebbe rimanere stazionaria sul medio/basso Tirreno, o risalire in parte verso nord con nuovi deboli fenomeni. Di sicuro dopo la parentesi più invernale, in quota si tornerà a valori più miti; viene infatti vista l’isoterma +3/4° per alcuni giorni sull’arco alpino e se le condizioni dovessero intraprendere la via verso qualche giornata più stabile non mancherebbe sicuramente il fenomeno dell’inversione termica, con deboli gelate in fondovalle e temperature intorno o poco sopra lo zero per larga parte della giornata fin sui 2000 m.
Nella foto il Sassolungo il 20 novembre 2019.