La caratteristica prevalente della stagione invernale 2016/2017 è stata la presenza di alte pressioni molto invadenti a livello dell’Europa centro meridionale e di conseguenza anche sul territorio italiano. Una persistenza meteo che ha di fatto cancellato i piovosi passaggi perturbati atlantici, che portano le nevicate migliori sull’arco alpino e dolomitico.
Le uniche eccezioni si sono avute sul Piemonte e la Val d’Aosta…più fortunati nell’ aver visto qualche fenomeno anche intenso di tanto in tanto, quando alcuni impulsi perturbati destinati a scivolare sul basso Tirreno per la spinta anticiclonica, hanno comunque dispensato accumuli abbastanza generosi in quelle zone.
Sulle Dolomiti si sono registrati pochi cm il 13 gennaio e una nevicata più generosa tra il 3 e il 5 febbraio.
Ma anche l’ultimo mese (dopo l’esordio nevoso) non è stato da meno nel continuare l’anomali secca e mite dei suoi predecessori …
Esauriti gli effetti della perturbazione sono tornate con prepotenza condizioni prevalentemente anticicloniche, con lo zero termico che spesso ha superato i 2200/2500m e nella giornata di ieri si è spinto addirittura sui 3000m. Le massime nel fondovalle in Val di Fassa hanno raggiunto anche la doppia cifra. In particolare la settimana dal 13 al 20 febbraio è trascorsa con un sopramedia marcato in quota di 5°.
Un cambio di rotta di tendenza è però imminente, almeno da un punto di vista delle precipitazioni. Ne parliamo a breve nelle tendenze meteo. Nella foto il paesaggio a Vigo di Fassa al tramonto del 6 febbraio, dopo l’ultima nevicata significativa in valle.