Cos’è la shelf cloud? Scoprilo qui

Spesso parliamo di shelf cloud e ci viene chiesto di usare parole in italiano poiché sono termini non conosciuti ecc. Lo scopo di questo articolo è proprio quello di rispondere a tutti i vostri dubbi e spiegarvi cos’è la shelf cloud. Il vero termine scientifico è proprio quest’ultimo, non quello in lingua italiana.

Caratteristiche e come si forma

La shelf cloud, conosciuta in italiano come nube a mensola, è una nube accessoria che si forma tendenzialmente durante temporali di forte intensità. E’ una nube bassa di quota, lunga, a volte ad arco, orizzontale ed è associata normalmente a un fronte temporalesco o a un temporale a supercella.

La shelf cloud si forma inizialmente attaccata alla base del temporale sul bordo avanzante e precede di poco l’area delle precipitazioni e di eventuali grandinate. Si muove sotto la spinta dell’outflow (vento in uscita) del temporale. Non è una nube con caratteristici movimenti rotatori. Con il passare del tempo, la shelf si allontana sempre di più dalle precipitazioni.
La shelf cloud si forma quando viene sollevata l’aria caldo-umida presente al suolo davanti al temporale portandola al livello di condensazione dando vita così alla nube a mensola.

La shelf cloud, come quella che vedete nella foto qui sopra, può essere caratterizzata dalla presenza di più livelli che prendono vita dalla presenza di discontinuità nel profilo verticale dell’umidità e dalle inversioni termiche in strati d’aria inizialmente stabili sollevati dall’avanzata del temporale. Possono essere presenti diverse striature e solo se si trovano sui bordi di un cumulonembo sono un possibile indizio di un temporale di stampa supercellulare.

Solitamente la base della shelf cloud vicina alle precipitazioni è molto turbolenta ed è caratterizzata da un colore molto scuro, spesso nero. Se le condizioni di partenza per lo sviluppo di temporali sono caratterizzate dalla presenza di alti tassi di umidità la shelf cloud è più facile che sia molto spessa, più bassa e più grande.

Alcune variabili…

Anche se siamo in presenza di una temporale di forte intensità non è certo che si forma una shelf cloud poiché la sua genesi dipende anche da venti locali e dalle condizioni termodinamiche. Quest’ultime, se adeguate, possono portare anche alla formazione di una shelf cloud anche senza che il temporale sia intenso.
Se manca la shelf cloud, questo non significa che il temporale non sia intenso. Anzi, potrebbe essere che l’updraft (corrente ascensionale) sia così intenso da trasportare in alto gran parte dell’aria fredda. Solitamente questo capita in presenza di supercelle o multicelle molto intense con associate grandinate di medio/grosse dimensioni. I chicchi di grandine raggiungono il suolo solo quando la corrente ascensionale non riesce più a tenerli all’interno della nube. Successivamente si attiva un forte outflow (corrente in uscita dal temporale) con la genesi di una shelf cloud seguita da nubifragi e grandine.

In montagna…

Nel settore delle Dolomiti, della Val di Fassa e in generale sulle Alpi, la formazione di una nube a mensola o shelf cloud è molto più difficile e complessa rispetto alle aree di pianura. Questo perché lo spazio a disposizione per la formazione di queste particolari nubi temporalesche è molto ridotto per via di vallate strette. La shelf cloud è molto rara in montagna.
Questo, però, non esclude per nulla che si possono formare forti temporali con fenomeni molto intensi quali grandinate generalmente di piccole dimensioni con abbondanti accumuli al suolo, nubifragi e forti colpi di vento. I temporali, anche se intensi, non per forza sono caratterizzati dalla presenza di una shelf cloud che, come avete compreso dalla parte precedente dell’articolo, ha una genesi e molti fattori locali che incidono sulla sua presenza o meno.

 

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